Quando cambiare le scarpe da corsa

quando cambiare le scarpe da corsaTutte le cose, anche le più belle, prima o poi finiscono.

Anche le tue amate scarpe da running un bel giorno saranno inutilizzabili: ce le hai da mesi o anni, ci hai corso divinamente bene ma non ce n’è più. È giunto il momento di salutarle.
Come si capisce quando una scarpa è finita? Principalmente in due modi:
1. Si vede
2. Non lo si vede, ma lo si capisce

Le scarpe sono visibilmente distrutte

Tomaia bucata in più punti, imbottitura del collo che fuoriesce, parti scucite, plastiche irrigidite o che si staccano e cadono a pezzi. Ehi, è un bel po’ che non cambi scarpe eh? Si vede ad occhio nudo che queste non sono più scarpe adatte a proteggere il tuo piede e ad accompagnarti nelle tue run. Ci hai già corso molto e ora come minimo la suola è consumata e l’intersuola ha perso le sue doti elastiche e ammortizza male, non assorbendo più bene l’urto del piede sulla strada. Oltre ad essere poco decorose rischi di farti male. Cambiale!

Ma è perfetta! Io non la cambio.

Una scarpa può essere finita anche se visivamente non lo si direbbe. La mescola con cui comunemente sono fatte le intersuole, chiamata EVA, trattiene bolle d’aria per essere più leggera. Col tempo però questa aria imprigionata riesce a sfuggire, rendendo la scarpa meno morbida e ammortizzante. Poi ci si mette il naturale indurimento delle gomme dovuto al tempo che passa. Risultato? La scarpa è apparentemente perfetta, ma non lo è meccanicamente. Anche se l’hai comprata 2-3 anni fa, ti piace ancora e c’hai pure corso poco, ma non è più in grado di fare bene il suo lavoro. Ti proteggerà meno e sarà più lenta.

Conta i chilometri

Se corri da poco quando ti dicono che dopo 900-1000 km una scarpa è da cambiare pensi “Ma quando mai li farò 1000 km?”. Beh, sappi che potresti non metterci così tanto: se ti alleni da professionista puoi farne dai 150 ai 180/200 a settimana: esatto, cambi un paio di scarpe ogni due mesi. La maggior parte dei runner corrono comunque di meno, in media dai 120 ai 200 km al mese, se sono costanti negli allenamenti. In altre parole: le scarpe, se usate, vanno cambiate mediamente ogni 3/4 mesi. Non che dopo tu le debba sacrificare su una piramide azteca a Mo’ Farah: puoi sempre usarle per camminare o per uscire con gli amici. Ma per correrci è meglio di no.

Ti fanno male

Ci sono due casi:

1. Ti hanno fatto male dal primo giorno che le hai indossate: non ti ci trovi, le “senti” troppo, come se ti volessero far correre come naturalmente non ti viene da correre. Te le hanno regalate e non le hai scelte tu oppure hai proprio sbagliato a sceglierle. Soluzione: cambiarle.
2. All’inizio ci correvi bene, erano le tue preferite. Avvolgenti, comode, veloci: ti davano sicurezza. Poi, un bel giorno, qualche cedimento: non le sentivi più bene addosso, anzi: ora le sentivi. Capita: le scarpe sono fatte di materiali (la mesh della tomaia, le gomme della suola e dell’intersuola) che invecchiando irrigidiscono e perdono le proprie doti elastiche e meccaniche. Quindi se usi una scarpa vecchia di qualche anno (perché corri poco oppure ci hai corso troppi chilometri) è molto probabile che si sia nel frattempo irrigidita.

Il battistrada è consumato

Se ci corri molto il battistrada si consuma. Non c’è nessuna differenza rispetto a quello di un pneumatico da auto: lo usi e si consuma. Consumandosi perde le sue proprietà di aderenza e ti farà correre più lentamente o anche in maniera più rischiosa, perché fa meno presa sul terreno.

Come farle durare

Dato per scontato che più le usi prima si consumano (applausi, grazie), un consiglio per farle durare di più è questo: lavale a mano e con acqua fredda. Evita di farlo in lavatrice soprattutto usando detersivi con ammorbidenti (usane uno specifico – l’ammorbidente è una sostanza chimica molto aggressiva per i tessuti e i collanti tecnici). Se proprio non hai voglia di lavarle a mano lavale in lavatrice ma a non più di 30°. E soprattutto lasciale asciugare a temperatura ambiente con un giornale vecchio dentro per assorbire prima l’acqua ma mai vicino a fonti di calore “così fa prima”. Il calore altera i collanti e può rovinarle definitivamente.

       

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